Er balsamo de tigre 10

Nella vita tutti vorremmo trovare la panacea a tutti i nostri problemi. Esiste. È er balsamo de tigre.

Quella boccetta di latta rossa dalla forma che vagamente ricorda una piccola scatola della cromatina, solo che è molto più piccola, tipo 100 lire, e sopra ci ha una tigre cinese disegnata.

Quando la apri, il suo pungente profumo si spande fino a casa di quei parenti che sai di avere ma di cui non ricordi nemmeno bene se sono i cugini del cugino di tuo nonno o i fratelli del secondo marito della zia Adalgisa che vive (forse) ora a Rouen, Francia del Nord.

E questo già la dice lunga sulla sua potenza e sul suo potere taumaturgico. Che significa santamente curativo. Infatti il balsamo de tigre fa miracoli.

Ad esempio, stamattina mi sono svegliato con il classico rodimento di culo, solo che si manifestava attraverso un’incordatura cementizia a livello della nuca e si spandeva in alto verso le sopracciglia passando per il cuoio capelluto e in basso fin al sacro. Dove scompariva lasciandomi la porzione inferiore libera da sofferenza ma solo per darmi un termine di paragone tra dolore e no. Insomma così lo sentivo meglio il dolore, dove c’era.

Decido di cercare aiuto e chiamo quell’amica che non vorresti fosse solo tale e faccio un po’ di scena, cercando di sfruttare la situazione per intenerirla e convincerla a darmela senza chiedergliela. Non funziona, ma lei invece mi consiglia il balsamo di tigre. Fa miracoli. Dice.

Dove si compra er balsamo de tigre? Sicuramente ha un suo circuito specifico. Ad esempio tutti quei negozi e negozietti del centro storico in cui quando hai una crisi mistica da resaca (il dopo sbronza iberico) vai per comprarti il pantalone tibetano e l’incenso dei bonzi del Pashmir, o la ruota delle preghiere nepalese o chissà perché i sandali da spiaggia brasiliani. Fa chic. Fa mistico radical.

Vabbè, stabilito dove si compra er balsamo de tigre vado.

Entro rigido come una pannocchia causa dolore nel negozio e comincio a vagare alla ricerca in linea retta e ad angolo retto ad ogni svolta come il packman. Mi guardano e pensano che sono un nuovo articolo giapponese non ancora inserito in catalogo, ma io rassicuro tutti clienti e commessi dopo una serie di svolte e ghirigori all’interno del negozio dicendo: BALSAMO. DE TIGRE.

La commessa più sveglia e meno snob, – l’unica, fra le altre, con l’aria di non essere mai stata a Kat(h)mandu, ma di prendere tutte le mattine l’11 tram dalla prenestina invece che la smartina come le sue colleghe dei parioli che invece sono state a Kat(h)mandu almeno una volta per CIOE’ capire – mi dice: guarda è lì al secondo ripiano, vicino la stuoia di preghiera del Borneo. Io la guardo implorante e le faccio capire alzando il braccio fino al livello del ginocchio che no, sono proprio bloccato. Allora lei, la prende per me. Io sorrido, e lo stiramento delle labbra si ripercuote sulla cervicale facendomi rigirare gli occhi all’indietro. Lei lo prende come un orgasmo e decide che in fine dei conti sono simpatico. Sorride e mi dice: Tanto male eh? Io le dico, mo che tò visto un po’ meno. Sono fulminante io con le battute per rimorchiare. Originalissimo. Infatti lei mi ci sta. Le dico: mi metto li nel sarcofago peruviano all’impiedi fino a quando stacchi, poi ci prendiamo un caffè. Lei ride dice sei matto va bene.

Alle 21,00 la saracinesca del negozio si chiude. Nessuno mi ha comprato quindi dopo 12 ore di attesa posso andare a prendermi un caffè con Jessica. Si chiama così. Jessica. Mica è colpa sua.

Ma rimaniamo dentro. Jessica mi estrae dal sarcofago peruviano rigido come una tavola da surf, mi sbatte con una certa foga sul bancone mi squarcia la camicia da dietro con un colpo netto di machete indonesiano che teneva nel perizoma e estratto er balsamo de tigre dalla mia saccoccia posteriore ne preleva con la punta dell’unghia laccata e dipinta come la cappella sistina una quantità equivalente allo stronzo di un batterio. Cioè poca. Per chi non si intende di stronzi. E zac, spiaccica il minicataplasma sulla mia nuca.

Lì, ho visto La Madonna, Buddah e Elvis Presley tutti insieme. E un grande fòco, seguito immediatamente dal ruggito della tigre, si è sparso su tutto il mio corpo. Momenti (di trance, forse) che non so quanto siano durati, in cui credo di essere stato al di fuori della dimensione spazio temporale.

Poi come d’incanto le mie membra si son sciolte, Jessica, che nel frattempo mi aveva rivelato in sogno che il suo nome si scrive con la K, mi teneva fra le braccia accarezzandomi teneramente con una mano mentre con l’altra beh…lasciamo perdere, E io mi son detto che ognuno di noi dovrebbe trovare nella vita qualcosa che sia simile a er balsamo de tigre. Qualcosa che ti dia la speranza che le situazioni possono cambiare e che i rodimenti di culo devono solo spingerti ad agire. Per ognuno di noi esiste il negozietto col suo er balsamo de tigre. Ma se la mattina non ti alzi e non ti muovi col cazzo che lo trovi. Quindi, gente, non dormite, svegliatevi e alzatevi e prendetevi quello che la vita vi deve.

Tra l’altro Jessika è rossa e cià due tette fantastiche.

CERTE STORIE
di Riccardo Loffredo