Il senso della vita

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Il vero senso della vita è sapere che muori. Ed è bellissimo.

Perché tu hai un tempo che non sai.

Io a volte quando mi scasso le palle ad attendere un autobus mi chiedo: ma il tempo passa, conto i secondi e mi dico, sono i miei secondi, e mi avvicinano alla fine. Poi rifletto e dico a me stesso: ma anche questa è vita, aspettare un autobus a una fermata mentre il vento muove una pagina di giornale che contiene mille altre vite. E trasformo quel momento banale in qualcosa che mi scalda il cuore. Vorrei afferrare quel foglio di giornale e leggere della vita delle persone che racconta, ma mentre ti scrivo parte una canzone meravigliosa degli U2 e torno indietro con la mente a quando prendevo quell’autobus per andare all’università, nella nebbia luminosa di una città medievale che mi riporta indietro a nostalgie che non credevo possibile avere. Il lungomare di Tripoli nel ’21 dove non sono mai stato. Un’auto quasi a vapore che lo percorre e dagli sbuffi del suo motore sorge un’altra storia che mi porta alla pentola delle feste di Pasqua. Il mestolo che gira e poi serve sul piatto un sapore fatto di cose semplici. Ogni momento è unico e infinito e qui parte una canzone degli Smiths. E vorrei dirti che la mia scrivania è fatta di tante cose ordinate che io prendo con le mani e trasformo in altre solo per l’illusione reale che sono IO che decido che sogno vivere.

Insomma, ti sembrerò pazzo o fuori di testa o bevuto o intrippato. Ma pensa quanta vita c’è in ogni secondo della tua, della mia, di quella di Franco Persichetti, che magari lavora alle poste ma sogna qualcosa di diverso. L’arte è questo, rendere la vita vivibile perché la rende infinita. Io per esempio sto da DIO qui al Circus a scriverti queste cose. E mi appaga. E mi appaga sapere che anche se domani mi dirai CHE TE SEI BEVUTO? avrai capito quello che voglio dirti.

A parte che mi piaci.

CERTE STORIE
di Riccardo Loffredo